TORINO. «Ci sentiamo via Skype, è l’ultimo modo che ci rimane per rimanere in contatto». Sono le parole di Francesco Rattalino, direttore della sede torinese della Business School ESCP. Un percorso di eccellenza che, come tutti gli altri poli didattici, in questi giorni cerca di fare fronte all’emergenza Coronavirus. La ESCP si è adattata in fretta, tra l’abitudine ai corsi online e l’anima internazionale: «I nostri studenti non possono più venire a lezione, non sappiamo se siano a Torino o rientrati a casa. Ma non potevamo smettere di formarli».

Ed ecco il via alle video lezioni come quella di Chiara Succi, docente proprio di Comportamento Organizzativo: «Gli studenti interagiscono via chat, riescono anche a svolgere attività di gruppo online. Nel web si muovono come se fosse casa loro, questo genere di lezioni possono essere una valida alternativa alla lezione frontale. Prima, però, credo resti necessario conoscersi di persona per qualche mese: il rapporto della classe e col docente diventa solido, e poi si può passare online».

E gli studenti? Alla studentessa torinese Roberta Poccafassi manca la routine: «Prima era dura svegliarmi e attraversare la città per frequentare, ma c’erano il contatto tra ragazzi e una routine definita. Oggi si rimane chiusi in casa: sarà più comodo, ma preferirei tornare alla normalità, anche se le videolezioni sono complete e l’attività va avanti».

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